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Less is more, minimalismo e altro alla base del vivere con soddisfazione 

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21.03.202021.03.2020
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Il Minimalismo riscuote sempre più interesse nella nostra società del superfluo, Scopriamo qualcosa in più!


Nato nel 1960 ancora oggi sta influenzando non solo il mondo dell'arte ma anche filosofie di vita e l'architettura.

Il minimalismo nasce nel mondo dell’arte come denuncia dei limiti della pop art e sintesi estrema della forma di espressione adottata dall’artista.


Allo stesso modo, gli scrittori minimalisti rimuovono i giri di parole e adottano uno stile asciutto, spesso ricorrendo a cenni biografici.
Mentre in campo musicale il minimalismo si riconosce nell’ostentata iterazione di temi che si evolvono lentamente.

In sintesi, il minimalismo è una forma di ricerca dell’essenziale inteso come ciò che dà essenza a una data entità, che si tratti di arte, letteratura, musica o della nostra stessa vita.

 

In contrapposizione alla costante ricerca di quel di più che poco o nulla aggiunge di valore.

 

Oggi il minimalismo continua ad influenzare design, arredi, stili di vita e arte mutando nel tempo e accogliendo oltre alle dottrine originali anche nuove stili e idee che spesso, paradossalmente, contraddicono uno dei principi base della corrente: la conservazione di forme geometriche pure.

Pensiamo a Ludwig Mies van der Rohe architetto e designer tedesco famoso anche per uno dei suoi motti "less is more" che si ritrova sue creazioni architettoniche basate sulla semplicità delle linee e delle forme e su una integrità strutturale.

 

Il minimalismo, o minimal art, è stato il principale protagonista del cambio di rotta artistico degli anni '60 che portò ad un arte spesso asettica, impersonale e geometrica cosa che permetteva di trasformare la freddezza delle forme in un vero e proprio stato emozionale, grazie all’enfatizzazione delle linee e della crudezza della geometria basica.

 

Il Minimalismo è anche una filosofia di vita. Essere minimalisti consiste nell’adottare uno stile di vita semplice, basato non tanto sulla rinuncia, quanto sul less is more, ossia la ricerca delle sole cose che vengono scelte deliberatamente, perché sono utili o ci procurano soddisfazione. Tale filosofia ha radici molto antiche, essendo stata praticata da tutti i maestri spirituali, da Buddha a Gesù a San Francesco, fino a Gandhi.

 

Tra i filosofi veri e proprio, quello che si avvicina di più al Minimalismo moderno e alla filosofia del less is more è senz’altro Epicuro, il quale predicava non tanto la rinuncia, quanto il godimento dei veri piaceri della vita, che sono i più semplici.

 

Le persone che scelgono il Minimalismo possiedono meno oggetti, hanno case più piccole, fanno meno viaggi e hanno un livello di consumi tendente al basso, less is more appunto.
Ma non lo vivono come sacrificio o una privazione, perché il Minimalismo è prima di tutto un atteggiamento mentale.

 

Si tratta di fare pulizia, distinguendo tra ciò che facciamo o acquistiamo per abitudine, o perché lo fanno anche gli altri, e ciò che invece ricerchiamo ogni giorno perché ci piace veramente o ci fa stare bene.

 

Perché si parla di less is more e minimalismo?

 

La radice del minimalismo è spesso semplificata con questa frase, less is more, che da sola dovrebbe essere in grado di spiegare perché eliminando il superfluo, ovvero intraprendendo quella che dall’esterno viene vista come una vita di rinunce, si riesca a ottenere più valore di quanto uno sia in grado di procurarsene continuando ad aggiungere qualcosa in più.

 

A chi non ha mai intrapreso questo percorso, infatti, sfugge che l’obiettivo ultimo del minimalista sia trarre il godimento massimo da quello che ha.
Questo si estende alla propria vita, ad ogni oggetto che si possiede, a tutto ciò che rientra nella quotidianità di una persona.

 

Quanti dei vestiti che possiedi indossi regolarmente?

 

Verosimilmente, il 20 % di quelli che possiedi, come ci suggerisce il principio della scarsità dei fattori elaborato dall’economista Vilfredo Pareto.

I minimalisti affrontano questo tema eliminando l’80% dei vestiti che non indossano, o meglio non acquistando altri vestiti all’infuori di quei pochi che hanno davvero piacere di mettersi addosso, investendo il denaro risparmiato per acquistare capi di più alta qualità e destinati a durare nel tempo.

 

Più che di rinunce, sarebbe quindi il caso di parlare di scelte.

 

Minimalismo e less is more significa, in ultima analisi, essere in grado di compiere scelte a prescindere destinando il proprio tempo solo a ciò che più di ogni altra cosa desidera. Significa scegliere tra tante cose quelle che ci danno davvero soddisfazione, less is more ancora una volta.

In questo modo si arriva fino alla meditazione che è proprio una pratica minimalista, perché consiste nello svuotare la mente di tutto ciò che in quel momento è superfluo, ovvero tutti i pensieri riguardanti il passato e il futuro.
Seduti in meditazione, osserviamo ciò che in quel momento è veramente essenziale: il respiro, la posizione del corpo, le sensazioni, le attività della mente.
Siamo nel flusso vitale dell’universo e questo ci rende pienamente veri e vivi, anche se non è detto che quello che stiamo provando sia piacevole.

 

Se si è interessati ad iniziare un percorso verso il diventare minimalisti e mettere in pratica il less is more ecco un consiglio utile.

 

Ci sono diversi modi per intraprendere la strada del minimalismo, iniziando a svuotare casa secondo l’agenda proposta da Marie Kondo in "Il magico potere del riordino", o semplicemente riducendo il numero di indumenti nel nostro guardaroba, ma il punto di partenza per chiunque voglia adottare questo stile di vita è rifiutare tutto ciò che non è un chiaro sì e investire quanto risparmiato per ottenere il massimo da quello che è essenziale, che in fin dei conti è quello a cui destiniamo il compito di renderci felici.

 

Se sei curioso di scoprire di più su "less is more" leggi questo articolo.

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