Pane: un classico in tavola e... quanto ne sai davvero? 

Il pane è un classico della tavola non solo italiana. Ma quanti tipi ne esistono? Scopriamoli tutti (o quasi) dal pane azzimo al Cloud Bread


Il pane è un classico della tavola, sempre più alla moda con le sue numerose varianti dolci e salate.

 

Wikipedia ci dice che "il pane è un prodotto alimentare ottenuto dalla fermentazione, dalla formatura a cui segue una lievitazione, e successiva cottura in forno di un impasto a base di farina (normale o integrale), cereali e acqua, confezionato con diverse modalità, arricchito e caratterizzato frequentemente da ingredienti che si differenziano seguendo le tradizioni locali" e che possono essere davvero i più svariati.

 

Tutti noi sappiamo cosa sia e tutti noi, chi più chi meno mangiamo il pane, compendio, da sempre, di tutta la nostra cucina.
Non è sicuramente un prodotto tipico italiano e non siamo di certo noi i maggiori mangiatori di pane.

 

Infatti, anche se con nomi diversi, anche se preparato con ricette differenti, il pane è apprezzato e presente un po' in tutto il mondo.
Sarebbe quasi impossibile contare tutti i tipi di pane.

 

Partiamo dal territorio italiano e cerchiamo di capire quanti tipi di pane offre il nostro bel paese.
Dai grissini piemontesi al pane carasau sardo, pane azzimo e croccante prodotto già nell'epoca del bronzo presso le civiltà nuragiche sarde.

 

Passiamo poi dalla michetta milanese alla piadina romagnola, fino al pane cafone campano e ai taralli pugliesi: sono tutti tipi di pane, come anche la pasta dura, la famosa Coppia Ferrarese, che vanta veri e propri fans.

 

Come non citare poi il filone, di cui esistono centinaia di varianti, compresa quella senza sale, tipica in Umbria.


Il pane di Altamura, re del pane di semola di grano duro, in particolare il grano dell’Alta Murgia barese mescolato con lievito naturale a pasta acida, acqua tiepida e sale marino e dalla lunghissima lievitazione.

 

pane gros

 

Non sono si devono tenere conto dei tipi differenti di pane ma anche del tipo di farina utilizzata per prepararlo.
In questo senso tra le principali varietà troviamo il pane di frumento, realizzato con farina raffinata dalla quale vengono tolte crusca e germe.
Presenta un apporto di grassi maggiore rispetto ai tipi di pane integrale ed è molto simile a quello di soia.

 

C'è poi il pane di segale: caratterizzato da un colore scuro tendente al nero, fornisce un maggiore apporto di energia senza per questo essere troppo calorico.

 

Come il pane di farro, che ha la capacità di ridurre il colesterolo.

 

Quello semolato, dal tipico colore più scuro, tendente al giallo, dovuto alla presenza di carotenoidi.
La semola poco raffinata presenta un apporto maggiore di fibre, proteine e sali minerali, e può aiutare nella riduzione del colesterolo.

 

Da ricordare quello di kamut: utile a integrare nel nostro organismo numerosi minerali, come calcio, ferro, magnesio, potassio e zinco, e vitamine importanti. Risulta ad alta digeribilità e assimibilità e viene indicato spesso in regimi alimentari ipocalorici.

 

E ancora quello fatto con la farina di manitoba: la manitoba cresce nell’omonima regione del Canada ed è una farina con elevato livello di glutine, il quale permette di ottenere prodotti a lunga lievitazione.

 

pane assortito gros

 

E in giro per il mondo le varietà sono davvero tante.

Se invece proviamo a giare un po' per il mondo troviamo vicino a noi la baguette francese, allungata e croccante, che già nel 1933 avevano promulgato una legge per garantire che la vera baguette fosse fatta utilizzando solo metodi tradizionali.

 

In Grecia è molto famosa la pita, pane azzimo, diffuso in tutto il Medio Oriente, ma assimilabile in modo particolare alla cucina greca e Balcanica.
La pita viene divisa a metà e farcita con carne e verdure.

 

In Germania sono famosi il pumpernickel, tipico fatto con la segale.
La ricetta del Pumpernickel è conosciuta dal 1570, la farina di segale è macinata grossa e il pane non ha alcun tipo di crosta.

 

Il pane di segale olandese, più scuro e denso di quello di grano duro è molto comune in realtà in tanti paesi del Nord Europa, in Gemania, Polonia, Finlaldia e Olanda.

Si mantiene più a lungo del pane bianco e viene utilizzato negli Stati Uniti per preparare il famoso sandwich Reuben.

 

Il Pan de Hogaza, la pagnotta tipica spagnola, menzionata più volte nell'opera di Don Chisciotte è una sorta di patrimonio gastronomico e culturale di Spagna.
La crosta è spessa e la mollica densa.

 

L'Injera che si mangia in Etiopia ed Eritrea, più spugnoso e soffice del pane arabo, è fatto con il teff, un cereale simile al miglio e poi condito con spezie varie.

 

Il Naan, piatto e morbidissimo che nasce in Pakistan ma che si è diffuso in tutto il Medioriente e soprattutto in India.
E' simile a quello di pita ma si cuoce in un forno differente scavato nel suolo e chiamato tandoori.

 

Ricordiamo poi ancora la tortilla, un tipo di pane di origine messicana, piatto, croccante e morbido, fatto di farina di mais e farcito in svariati modi.
Esiste anche la tortilla azzurra fatta con il mais di questo colore che è assolutamente naturale e secondo alcuni sarebbe più salutare di quella tradizionale.

 

Poi ancora, il pane arabo, molto apprezzato per la sua morbidezza anche in Italia, è meno lievitato, più elastico, più sottile e più grande della pita ed è utilizzato per raccogliere salse e avvolgere kebab in tutto il Medio Oriente e nel Maghreb.
La lista non è assolutamente finita qui, ma vogliamo concludere con un pane nuovissimo, moderno e attuale, nato praticamente grazie ai social: il cloud bread ovvero il pane nuvola.

 

Una ricetta sfiziosa, che ha spopolato su tik tok: è fatto con soli tre ingredienti, ovvero albumi, zucchero e fecola di patate (o amido di mais).
Il cloud bread. È chiamato così perché, una volta cotto, fuori è dorato ma all’interno è bianco candido e sofficissimo: una perfetta merenda proteica, ideale per chi fa sport e graziosa per i bambini.

 

Altre curiosità sulla nostra tradizione culinaria e non solo, puoi trovarle nella nostra rubrica "Italia in tavola".

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