Mangiare non è solo un bisogno fisiologico: può avere altri significati, esprimere emozioni, preoccupazioni o problemi.
In generale dobbiamo ricordare che va indagato come mai il bambino chiede sempre da mangiare a fronte di una alimentazione adeguata, in questi casi può essere presente l’uso del cibo per regolare le emozioni: il bambino lo ricerca perché non sa come risolvere la sua noia, la tristezza o l’arrabbiatura.
Allo stesso modo il cibo non deve essere presentato come un premio o come una punizione (“ti do la caramella perché ti sei comportato bene” oppure “stasera non mangi il dolce perché non hai finito la verdura”).
Alcuni consigli:
- Fare in modo che il bambino sia consapevole di quel che mangia, impari ad autoregolarsi in modo giusto, percepisca il gusto, gli odori e i colori
- Evitare di mangiare distraendosi, guardando tv, cellulare o tablet
- Proporre con pazienza cibi diversi e motivare i bambini a più assaggi
- Mantenere orari e abitudini regolari e favorire un clima sereno durante i pasti
Per quanto riguarda i ragazzi più grandi, il cibo può diventare il terreno su cui esprimere il turbine di emozioni tipici dell’adolescenza. La dieta a volte può subire modifiche per omologarsi alle richieste del gruppo di coetanei o per cambiare il proprio corpo secondo le tendenze o gli standard sociali.
Le modifiche dell’alimentazione in questa fascia di età sono molto delicate e vanno sempre riportate al pediatra. Infine, è importante aiutare i ragazzi a riconoscere le loro emozioni e trovare una espressione che utilizzi canali diversi dal cibo.
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